La guerra è finita di David Almond. La guerra vista dai bambini.

by Erjola Jaho

Articolo a cura di Chiara Artioli

La guerra è finita di David Almond è la guerra vista dai bambini. La guerra vissuta nei loro cuori. Una guerra combattuta ancora più forte nel loro campo personale di battaglia.

Torna con questo libro cosi come solo lui sa fare : diretto, preciso, puntuale per incantarci e insegnarci la vita!

“La guerra è finita” giunge in Italia a distanza di tre anni dalla sua pubblicazione in Inghilterra dove era stato stampato proprio per il centenario della grande guerra. Almond si conferma uno scrittore dotato di sensibilità rara, capace come pochi di parlare con i ragazzi trattandoli come pari e soprattutto considerandoli in grado di comprendere qualsiasi cosa come: la scuola, la diversità, la morte, e in questo caso LA GUERRA.

Siamo nel 1918 E la guerra imperversa. Nel paese gli uomini rimasti sono i vecchi, qualche poliziotto, qualche insegnante, e quelli che uomini lo saranno domani: i bambini. Tutto ruota attorno alla guerra, vista come sempre come unica soluzione possibile giusta, come unica via percorribile in totale giustizia. Mentre i padri sono al fronte a combattere, le madri lavorano incessantemente alla fabbrica di armi che sbuffa e brontola rimarcando costantemente la sua presenza e il suo dominio. Una fabbrica che cresce a vista d’occhio ingrandendosi ogni minuto che passa.

“All’inizio alla fine di ogni turno, per la strada sfilavano lunghe e schiere di donne in camice azzurre, dalle case ai cancelli della fabbrica, e dalla fabbrica alle case. Le strade echeggiavano dei loro passi, delle chiacchiere, delle risa, delle canzoni che cantavano.”

Questa storia toccante ha al centro il mondo di un ragazzo che lotta per capire il senso della guerra e il suo posto in tutto questo.

“Non sono che è un bambino… Come è possibile che io sia in guerra?”

John frequenta la scuola dove insegna il preside Travish, un docente cerbero, violento e tiranno che con le sue affermazioni turba John:
“Siamo tutti in guerra, anche voi”.
Un bambino che si alza, fa colazione (pane e marmellata), va a scuola, fai i compiti… Come può essere in guerra? Come può essere un altro bambino UN NEMICO? Un bambino la cui giornata è scandita dagli stessi eventi di quella di John?
John si interroga, fa domande alla mamma sul suo lavoro, sulle bombe, sullo shrepnel, e scrive lettere: Al re, all’arcivescovo:

“Ho tanta paura… Mio papà è in trincea e mia mamma lavora all’officina delle granate e ho bisogno di sapere quando finirà”

La guerra è finita di David Almond è un’affermazione che ci rassicura. Sappiamo già come andrà finire la storia, la conclusione della guerra e, speriamo, della sofferenza.

Almond ci fa riflettere sul significato di coraggio. Cosa significa coraggio?
È coraggioso chi decide di lottare o chi invece decide di non farlo? Chi viene ridicolizzato, esiliato, trattato come pazzo, chi di cui ci si può vergognare, chi deve essere dimenticato, chi riceve la piuma bianca simbolo di vergogna. Una delle scene chiave che da la svolta alla storia è l’incontro con un pacifista di nome Gordon, o traditore per gli altri, che fa erompere in lui tutto ciò che prima era rimasto in silenzio.

“Voi non siete in guerra, bambini” “gridava Gordon” “voi siete bambini! Non credetegli quando vi dicono che siete in guerra.”

John incontrerà nel limitare del bosco un bambino tedesco. Un incontro simbolico, tra fantasia e realtà. Una realta creata da John per costruirsi uno spazio suo, impenetrabile che li permetterà di capire il mondo. Uno spazio per collocare la speranza di un futuro diverso .

“Secondo te” chiese John alla sua mamma un mattino, “se mi concentro fortissimo a sognare, il sogno può avverarsi?
“Vuoi sapere se è un sogno può far finire la guerra ?”-chiese lei.
“Sì, mamma.”
“Chi può saperlo? Forse un sogno può valere quanto altre cose”.

Il continuo domandare di John, il suo bisogno di capire, di chiedere spiegazioni non gli farà percorrere una strada semplice.

Ma avrà il Coraggio dalla sua parte, che non significa non avere paura.

Coraggio come significato più profondo, perché deriva dalla parola con, cordis: cuore, e dal verbo “habere “ avere…ecco che coraggio significa AVERE CUORE.

Un libro di narrativa per bambini e ragazzi . Un romanzo di formazione che infonde speranza e coraggio. Almond sembra proprio dirci questo: “abbiate cuore”.

Questo libro puo rivelarsi uno strumento utile anche per parlare ai bambini della guerra e della Shoah. Vedi Articolo cliccandi qui.

Sono chiara, sono mamma di 3 bimbi, e a loro devo la passione per gli albi illustrati.
È stato proprio con nascita della mia prima bimba che ho scoperto il mondo della letteratura d’infanzia e ho iniziato a cercare di orientarmi un questo mondo. Per questo motivo ho aperto una pagina Instagram che si chiama Tuttechiacchieredabrucaliffo in cui condivo albi illustrati e narrativa young adults.
La mia seconda grande passione è la montagna.
Diciamo che i libri e le montagne e la mia famiglia sono i miei pensieri felici.

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